Insomma due giorni dopo seduti nella mia cucina abbiamo liberato dopo sette anni di prigionia, questo monumento alla passione, Aurum si chiama, ora non vi farò la valutazione tecnica del vino in se (la trovate in fondo all'articolo), vi dico solo alcuni aggettivi che ne saltano fuori: consistente, complesso e armonico, a me che sono un po' meno tecnico dalla bocca uscivano solo dei gran "mmmmm uhmmm mamma mia!".
L'abbinamento alla selezione di formaggi accompagnati da marmellata di fichi homemade (casa Lombardi) confettura di ribes 120% di frutta vera bio e miele di castagno anch'esso bio, è stato molto divertente ed interessante, vista la grande competenza del mio commensale, ma il mio intento oggi è quello di presentarvi un vino privo di qualsiasi riconoscimento, con una produzione praticamente familiare che può competere tranquillamente con le etichette più rinomate; come già detto il sig. Saccoletto ha scelto per i suoi vini la formula bio, in più si parla di un vino non filtrato e non pastorizzato e la differenza si vede e si sente, sull'etichetta è specificato "contiene terriccio e sedimenti"... la grande passione fa parte dello spettro dei sapori e sentori contenuti nella bottiglia, insomma per capirci, è un vino perfetto? forse no ma sicuramente ha tutto il diritto di apparire su Noizeville, se non specificatamente per le sue peculiarità organolettiche quanto meno per l'attenzione e la pazienza con cui il produttore alleva questo vino.
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